Abstract
Un articolo pubblicato sulla rivista Alternatives to Laboratory Animals nel luglio 2022, a firma di Marianna J. Bledsoe e William E. Grizzle, intitolato “The Use of Human Tissues for Research: What Investigators Need to Know”, affronta in modo sistematico il tema dell’impiego dei tessuti umani nella ricerca biomedica.
Gli autori, entrambi esperti di biobanche e metodologia biomedica, intendono fornire una guida pratica ai ricercatori che desiderano ridurre o sostituire la sperimentazione animale con approcci human-based, più rappresentativi e predittivi dei processi fisiopatologici umani.
Il contributo si inserisce nel contesto internazionale di crescente attenzione verso la qualità scientifica, la trasparenza e la sostenibilità etica della ricerca biomedica.
Introduzione
Storicamente, la ricerca biomedica ha fatto ampio affidamento sulla sperimentazione animale come strumento per comprendere i meccanismi di malattia e testare interventi terapeutici. Tuttavia, le differenze biologiche tra specie e i limiti di traslazionalità hanno portato a un crescente riconoscimento dell’importanza di modelli fondati su materiali umani.
Bledsoe e Grizzle analizzano questo passaggio metodologico e culturale, illustrando come l’uso dei tessuti umani possa migliorare la validità dei risultati e ridurre al tempo stesso le criticità etiche associate agli esperimenti sugli animali.
Vantaggi scientifici dei tessuti umani
L’utilizzo di tessuti umani offre numerosi benefici in termini di predittività e rilevanza biologica:
- consente di studiare direttamente processi fisiopatologici umani, evitando le distorsioni specie-specifiche;
- permette di considerare fattori individuali come età, sesso, variabilità genetica e storia clinica;
- favorisce lo sviluppo di biomarcatori clinicamente pertinenti, la valutazione di farmacoresistenze e la personalizzazione terapeutica;
- riduce il rischio di fallimenti nella fase clinica di nuovi farmaci o dispositivi.
Gli autori sottolineano che l’incremento della qualità e della tracciabilità dei campioni è essenziale per ottenere dati scientificamente solidi e replicabili.
Fonti di tessuti e risorse disponibili
L’articolo descrive le principali fonti di approvvigionamento di tessuti umani per la ricerca:
- Biobanche e tissue repositories istituzionali, che raccolgono e conservano campioni biologici corredati da dati clinici.
- Campioni residui provenienti da interventi chirurgici o diagnostici, riutilizzabili previo consenso e conformità etica.
- Donazioni volontarie post-mortem, regolamentate da protocolli di consenso informato.
Gli autori forniscono indicazioni su come i ricercatori possano accedere a tali risorse, evidenziando l’importanza di verificare standard di qualità, certificazioni e procedure etiche di raccolta.
Gestione della qualità e variabili tecniche
Un elemento chiave del lavoro è l’attenzione alla qualità pre-analitica dei campioni.
Aspetti come il tempo di ischemia, la modalità di fissazione, le temperature di conservazione e la gestione logistica influenzano fortemente l’integrità molecolare del tessuto.
Per garantire risultati affidabili, gli autori raccomandano di:
- documentare accuratamente tutte le fasi di raccolta e conservazione;
- includere metadati clinici (età, diagnosi, trattamenti, condizioni del paziente);
- adottare standard internazionali come le Best Practices for Biorepositories.
Solo campioni accompagnati da informazioni complete possono supportare studi comparativi e riproducibili.
Aspetti etici e regolatori
L’uso di tessuti umani implica una complessa rete di considerazioni etiche e legali.
Gli autori richiamano l’attenzione su:
- la necessità di consenso informato chiaro e specifico da parte dei donatori;
- il rispetto della privacy e protezione dei dati personali;
- la trasparenza nell’uso dei campioni per scopi di ricerca secondaria;
- la collaborazione tra comitati etici, biobanche e istituzioni sanitarie per garantire un accesso responsabile alle risorse biologiche.
L’articolo sottolinea che il rispetto dei principi etici non solo tutela i donatori, ma accresce la fiducia pubblica nella ricerca biomedica.
Verso una ricerca human-based
Il contributo di Bledsoe e Grizzle si inserisce in un movimento scientifico più ampio volto a promuovere modelli human-based come alternativa alla sperimentazione animale.
Gli autori riconoscono la difficoltà nella sostituitituzione dei modelli animali, ma ribadiscono che per molte domande biomediche l’uso di tessuti umani è più appropriato, etico e predittivo.
Tale transizione richiede infrastrutture adeguate, formazione dei ricercatori e politiche di sostegno istituzionale.
Conclusioni
L’articolo costituisce una guida operativa e concettuale per i ricercatori che intendono utilizzare tessuti umani nella ricerca biomedica.
Bledsoe e Grizzle mostrano come la qualità dei campioni, l’integrità etica e la gestione dei dati rappresentino i pilastri di una ricerca realmente traslazionale.
Nel complesso, il lavoro promuove una visione moderna della scienza biomedica:
- più predittiva, perché basata su materiali umani reali;
- più sostenibile, perché riduce la dipendenza da modelli animali;
- più etica, perché valorizza il contributo consapevole dei donatori.
Riferimento
Bledsoe MJ, Grizzle WE. The Use of Human Tissues for Research: What Investigators Need to Know.
Alternatives to Laboratory Animals. 2022;50(3):199–211.
DOI: 10.1177/02611929221105230
