Mentre nell’ambito della ricerca biomedica di base ed applicata non vi sono obblighi formali di effettuare test sugli animali, per quanto riguarda la valutazione della tossicità, efficacia, sicurezza di nuovi farmaci o sostanze chimiche, oggi, a parte in USA, vige l’obbligo di effettuare test in vivo (su animali), oppure utilizzare metodi alternativi che siano stati opportunamente validati allo scopo di sostituire interamente o in parte i test sugli animali. Si richiede che tali metodi alternativi, non soltanto abbiano superato lunghi e complessi iter di validazione (il centro di riferimento che si occupa della validazione dei metodi alternativi in Europa è ECVAM) ma siano anche inseriti nelle linee guida (OECD). Purtroppo il processo di validazione richiede spesso molti anni ed è sovente viziato da un bias di base: i candidati metodi alternativi vengono validati contro i test tradizionali in vivo, la cui validità in termini di rilevanza per la specie umana non è mai stata provata, ma anzi, è da tempo messa in discussione, ed è spesso uno dei motivi per cui si cerca di sostituire i test sugli animali con altri metodi che siano più rilevanti per la fisiologia umana.
Purtroppo però anche qualora dei metodi alternativi basati sulla biologia umana esistano, siano stati validati ed inseriti nelle linee guida, succede spesso che non vengano utilizzati come dovrebbero e che si continui ad utilizzare gli animali, poiché non vi è obbligo in tal senso.
Qui raccogliamo gli articoli riguardanti i casi in cui dei metodi alternativi ai test sugli animali esistono, sono stati validati ed eventualmente sono presenti nelle linee guida ma nonostante tutto non vengono utilizzati come dovrebbero.

I metodi alternativi? esistono ma non vengono utilizzati come dovrebbero
Pubblichiamo qui la nostra lettera aperta inviata alla redazione e ai direttori di diversi quotidiani tra cui “Il Giorno” e “Il Giornale”: Spett. Redazione, Spesso i sostenitori della sperimentazione animale, per legittimare la pratica che […]