Il sacrificio degli animali è davvero giustificato dai benefici della sperimentazione animale?

La giustificazione universalmente utilizzata per continuare a promuovere la sperimentazione animale è di tipo utilitaristico: “i benefici derivanti dalla sperimentazione animale per la ricerca sono tali da giustificare la sofferenza ed il sacrificio degli animali”. Spesso si sente affermare da chi promuove i test sugli animali, che mentre i benefici della pratica sono innegabili, la sofferenza degli animali è minima, grazie alle severe normative che tutelano gli animali da laboratorio.

Ma è davvero così? Davvero la sperimentazione animale garantisce maggiori benefici per la salute umana di quanti siano i costi in termini di sofferenza e vite animali?

La risposta è inequivocabilmente NO!

Gli animali soffrono sia a causa dello stress provocato dalle condizioni di vita innaturali degli stabulari e le pratiche di routine di laboratorio (luce artificiale, affollamento o isolamento, rumori, manipolazione, iniezioni, ecc.), sia a causa degli esperimenti a cui vengono sottoposti, che possono anche prevedere procedure che causano sofferenza moderata o grave, mentre tali esperimenti NON garantiscono significativi benefici per la salute umana. Al contrario l’eccessivo affidamento ai modelli animali costituisce un freno per l’avanzamento della ricerca medico-scientifica moderna, che dovrebbe essere basata su un utilizzo integrato di nuovi approcci metodologici focalizzati sulla biologia umana, già ampiamente fruibili, e su una visione onnicomprensiva -e non riduzionista- dei viventi.