Xenotrapianti: problematiche non ancora risolte e si sperimenta su un essere umano una tecnica fallimentare

Apprendiamo da organi di stampa (New York Times) che è stato effettuato, “con successo” un primo trapianto col cuore di un maiale geneticamente modificato, su un uomo di 57 anni. “Il nuovo organo crea il battito e crea la pressione. È il suo cuore” ha detto il dott. Bartley Griffith, direttore del centro medico che ha effettuato il trapianto a Baltimora. E aggiunge: “Funziona, sembra normale, ma non sappiamo cosa succederà domani. Non è mai stato fatto prima”.

Noi di OSA vorremmo rispondere al dott. Griffith con una domanda: “aspettiamo allora domani per sapere cosa succederà”!? Purtroppo lo sappiamo benissimo: sarà un fallimento. I pochi esperimenti animale/uomo, già effettuati in passato, sono stati fallimentari. Il ricevente avrà gravi problemi legati al rigetto, e di sicuro non potrà avere una sopravvivenza degna che possa rendere accettabile una tale pratica (fra l’altro è ancora attaccato alla macchina che lo teneva in vita prima dell’operazione).

La sopravvivenza degli animali sottoposti a trapianto, a livello sperimentale, fra specie diverse (da maiale a primate) è dell’ordine di qualche mese, nonostante si sperimenti oramai da parecchi decenni. Al di là delle problematiche assolutamente ancora non risolte, inerenti alla tecnica dello xenotrapianto, di tipo immunologico (rigetto), virologico (retrovirus) e genetico (passaggio di materiale genetico dall’animale all’uomo), è necessaria e improcrastinabile una accurata analisi e valutazione degli aspetti etici, psicologici e giuridici ad essa correlati. Bisognerebbe evitare di creare false aspettative e illusioni. È inammissibile diffondere la convinzione, da parte di chi pratica questo tipo di ricerca o comunque la sostiene, che gli xenotrapianti siano la risposta alla carenza di organi per i trapianti! Le cose purtroppo non stanno così e la realtà è ben diversa. Le problematiche non ancora risolte rendono inammissibile, l’applicazione clinica dello xenotrapianto sull’uomo. Questi ultimi aspetti dovrebbero imporre uno stop a questo tipo di esperimenti in quanto non sussistono le condizioni per una reale applicazione sull’uomo e una reale utilità. Viene da chiedersi quindi se sia legittimo continuare la sperimentazione su animali e adesso anche su esseri umani e se questo sia da considerarsi accettabile anche in termini di allocazione di risorse che vengono sottratte ad una ricerca che sia veramente utile e realistica.  

Per O.S.A.

Dr. Maria Concetta Digiacomo

Presidente O.S.A., Oltre la Sperimentazione Animale